sabato 16 ottobre 2010

Da bambini era come..

Quante volte, da bambini, pensavamo: "Come vorrei essere già grande!".. Eppure adesso che siamo già grandi, abbiamo capito quanta ragione avevano, i grandi, a dirci che non era bello, ma che, anzi, avresti dovuto prenderti, man mano, responsabilità sempre più grandi! Noi non davamo mai, nemmeno un briciolo d'ascolto a ciò che dicevano.. l'importante era, diventare grande al più presto! Il tempo passa, gli anni volano, i giorni, le ore, i minuti ci sfrecciano davanti come le macchine da corsa.. quelle macchinine che ogni tanto fregavamo ai nostri cugini per giocarci noi.. e chi l'avrebbe mai pensato che tutto ci fosse passato davanti così veloce come tutte quelle macchinine da corsa!?.. ebbene si.. ci sono passate.. e continueranno a passarci e man mano capiamo quanto era bello essere bambini.. giocare.. non avere nessun pensiero.. avere le ginocchia sbucciate.. che, col tempo, sono state sostituite, man mano, dai cuori infranti.. eppure i graffi alle ginocchia facevano meno male!Da bambini era come stare in un video game.. credevamo che la vita era un gioco.. credevamo che la vita delle Barbie, degli ActionMan, dei Super Eroi, era la vita che avremmo fatto noi crescendo.. Era solo immaginazione.. non avremmo mai potuto pensare quanto ci sbagliavamo.. quanto il nostro pensiero di futuro era sbagliato! Passando, col tempo, abbiamo capito.. vivendo! Vivendo stiamo iniziando a capire cosa davvero il mondo vuole da noi. Crescendo stiamo iniziando a capire come dev'essere il relazionarci, l'esprimerci, con gli altri.. Giorno dopo giorno ci fondiamo con una reltà che passo dopo passo ci porta a delle scelte.. ci fa sbucare ad incroci ai quali, dobbiamo prendere decisioni tassative, concrete.. senza alcun aiuto da esterni. Giorno dopo giorno riceviamo piccole lezioni di vita.. saltiamo mille ostacoli.. cresciamo.. e sicuramente non smetteremo mai di farlo!

venerdì 30 luglio 2010

Ci si può mai affezionare?

Il computer... Quante persone abbiamo conosciuto attraverso il computer?... Un bel pò... Eppure credi di affezionarti e volergli bene... Però è davvero così? Si, ci poniamo domande, scambiamo discorsi, riveliamo qualche segreto, chiediamo consigli... Anche se comunque non abbiamo mai visto questa persona di presenza... Non abbiamo mai avuto, di opportunità, o modo di poter incontrare questa persona alla quale crediamo di voler bene e di dare fiducia... Non sappiamo se questa persona è davvero come si pone in chat... Oppure No... Non è un pc a dire tutto di una persona, un pc non dice... Non può dire, non sa semplicemente nulla! Eppure conosciamo una persona e abbiamo quella strana sensazione di conoscerla da anni, è così? Può mai essere? Bè io non sono nessuno per sputare sentenze, non sono nessuno per giudicare, non sono un cazzo per espormi come Dio comanda, perchè bisogna sempre avere rispetto altrui... Però vuoi sapere una cosa? Io me ne sbatto il cazzo del rispetto... Se ho una cosa fitta in gola e non riesco a buttarla giù vuol dire che la devo dire... Ed io la dico, e credo proprio che noi tutti, siamo una specie di alone, o forse una specie di strato, tipo pellicola trasparente, che durante il lungo andare... E durante il passare del tempo e il trascorrere delle esperienze, essa si divida in tantissimi tasselli, come un puzzle, montati uno attaccato all’altro... E solo con l’andare del tempo ci si può capire quali di questi tasselli non servono alla composizione del puzzle... Avvolte basta solo una serata pazza, una riflessione solamente... Quei piccoli momenti di silenzio dove capisci chi davvero conta e sopratutto se ne vale la pena! La mia pellicola è intera dai piedi fino al collo credo, dal collo in su è tutta tassellata , sembra poco eh?... Eppure però ho fatto, circa, un trilione di esperienze... Però questi solo tasselli piccolissimi, minuscoli pezzetti di repiro che man mano cercano di creare il puzzle della tua vita, solo che, hai presente quelle seratine alcoliche? Quelle serate dove ti senti davvero coglione? Quelle serate dove ti senti una spugna?... Bè si proprio quelle... Penso proprio che siano alcuni di quei momenti dove la “riflessione” ha il suo sopravvento, dove spera di uscirne vittoriosa. La testa gira gira gira e gira ancora... Però nonostante l’alcol abbia avuto la parte migliore... Sei sempre in grado di pensare... Cazzate forse, ma ci pensi... Sono proprio quelle cazzate che ti fanno capire davvero l’importanza di un qualcosa... Ti sdrai sul letto... La stanza gira senza mai fermarsi... Gira senza tregua... E nonostante il disturbo, mille pensieri affollano la tua testa... E così vedi la pellicola che toglie... O aggiunge pezzetti... Tasselli che magari erano volati via e adesso ritornati... O tasselli incastrati con altri, ma che non erano quelli giusti, quindi volati via come foglie duranti la stagione dell’autunno! Si si... È vero... Rimane tutto segnato... Però si capisce ciò che è importante e ciò che non lo è mai stato.. Ciò che ti ha fatto imparare davvero e ciò che credevi che ti facesse imparare e invece non ti è servito ad un cazzo... Non è vero che ci si impara da qualsiasi gesto o azione compiuta... Non si impara da tutto.. Ma da ciò che ti fa scombussolare dentro... Da ciò che forse, magari, semmai... Ti faccia ricordare di esso nonostante il dolore... Nonostante la tentata rimozione, invana però... Ed ecco che rispunta tra i pensieri! Io, forse, commetto uno degli errori più grandi a cui l’uomo può credere... La fiducia... Mi fido molto delle persone... E forse dò anche troppo di ciò che appartiene alla mia anima... Io mi ci affezioni... Voglio bene alla gente... Eppure mi fanno sempre passare dalla parte del torto, e infatti il torto ce l’ho... Come fate voi a non affezionarvi subito alle persone? Ho avuto le mie delusioni anch’io... Ho avuto i miei insegnamenti anch’io... Ma non riesco a non affezionarmi alla gente... Ci sarà mai una cura? NO... Non c’è... Credo... Anche se in cuor mio la speranza che ci sia c’è... E spero di trovarla! Mi sono state dette tante cattiverie... Forse anche troppe... Per il semplice fatto di fidarmi troppo spesso... Bò... Sarà che sbaglierò sempre io... Non me ne rendo conto... E vorrei tanto farlo! So solo che comunque sia crediamo di poter fiondare giudizi sulla gente... Ma credetemi... Il computer, nonostante abbia una miriade di informazioni sul tuo essere... Non può mai... E dico mai sapere come sei davvero! Io di parole ne dico tante... Tantissime... Però la maggior parte sono azzardate... Sono quelle parole che sperano... Quelle parole che credono in un qualcosa che sembra non potrebbe essere mai... Parole senza senso... Parole che disturbano... Ma non so mai se quella, per qualcuno che non tocco, è una parola che conta davvero... O che non conta per niente!

giovedì 1 luglio 2010

Non ci sono abbastanza alberi...

Ebbene sì, continuo a non capire cosa un uomo voglia, eppure sono stata dolce, paziente, trasgressiva, intrigante, esplosiva, divertente, indifferente, coinvolgente, sensibile e persino sporca giocatrice delle carte che i momenti mi offrivano.
L’uomo, lurido giocoliere ma maledettamente indispensabile agli occhi, riesce a raggirare la mente di una donna, riesce a dir cose non vere fingendo alla perfezione, dicendo cose che, nonostante la nostra diffidenza, ci rubano e ci fanno vittime del loro incantesimo.
Noi stupide, ignare del gioco sporco, siamo attirate da questa figura alquanto bella senza, però, nessuno scrupolo.
Si comincia con una serie di occhiate, vedendoti indifferente comincia a cercare di abbindolarti con parole dolci, non vedendoti già cadere, inizia con il discorso sul rispetto che ha per noi e della fiducia che, come lui ha in noi, noi dovremmo averla in lui, una volta fatto questi discorsetto capiamo che, comunque sia, non ha cattive intenzioni, quindi noi iniziamo a dargli fiducia, rispetto, iniziamo ad abbindolarci alle parolone dolci e sensibili che ci rivolge, e così ci attira nella loro trappola... E noi inconsapevoli, iniziamo a credergli, a dar un certo peso alle loro parole credendolo sincero.
Noi arriviamo al massimo della sincerità, ci confidiamo, ci affidiamo a lui, ma...
APPENA TI VEDE ABBINDOLATA, AMMALIATA DALLA SUA PRESENZA, IGNARA DEL SUO SPORCO GIOCO, SOFFERENTE PER UN SUO PICCOLO SBAGLIO, ECCOLO LI’ CHE INIZIA AD AMMAZZARTI A COLPI DI MANGANELLO DURI E DECISI, TI REGALA TANTI DI QUEI COLPI CRUDI E GRATUITI, CHE UNA VOLTA ARRIVATA AL SUOLO TI LASCIA IN UNA CONDIZIONE DI RIPRESA PERCHE’, LA LORO STUPIDA MENTE, CREDE CHE DOPO ESSERCI RICOMPOSTE, DOPO QUALCHE TEMPO LUI RIAPPARIRA’ E NOI RICADREMO NUOVAMENTE NELLE LORO STUPIDE,INUTILI BUGIE SENZA SENSO... Eppure non sa che lo sbaglio lo si commette una volta, e non sa nemmeno che se proprio devi colpire una persona colpiscila fino alla morte perchè se si rialza sono guai... Guai certi!
Loro, povere, ingenue creature, dovranno subire la nostra più accanita furia, lo nostra vendetta... Assaggeranno il buio che hanno fatto assaggiare a noi... È buono, vedrete!
Eheheh... Non capiscono che il coltello dalla parte del manico è sempre nostro, eh nò... Non gli entra in testa.. In qualsiasi momento di sofferenza, di gioia, di buio, di desolazione, di incertezza, di pazza e pura felicità, siamo sempre noi che abbiamo il manico in mano... Sempre!
Eppure però, dobbiamo ringraziarli perchè hanno un poco di merito, ci fanno capire chi sono davvero le persone alle quali possiamo affidare la nostra fiducia, le persone che ci meritano davvero, quelle persone che non si permetterebbero mai di farci del male. Vedendo la situazione da questa prospettiva dobbiamo essergli riconoscenti.
Ma tranquilli... Ci sarete riconoscenti anche voi! J
Prima o poi il buio lo assaggerete anche voi, povere creature angeliche che ci onorano della loro bellezza, insegna molte cose... Assaporandolo siate certi di maturare anche voi... un po!
L’unica cosa che spero, è che voi non siate così immaturi da non riuscire a maturare con questo insegnamento... Perchè, parliamoci chiaro... Non ci sono abbastanza alberi sui quali appendervi, o voi uomini ( se così siete ), per farvi maturare!!! :D

lunedì 12 aprile 2010

Si accettano consigli e giudizi grazie!

Macche fastidio...!!! -.- Certe persone fino a qualchee tempo fà, quando gli facevo ascoltare una musica REGGAE o REGGAETON, mi guardavano con questa faccia -> "O.O" , come per dire :"Ma chi è sta cosa!?" e mi rispondevano: "Senti che bella questa!" e mi uscivano una musica METAL °o° ...è vero... il metal e il reggae non possono essere confrontabili assolutamente... ma perlomeno quando faccio sentire canzoni REGGAE non mi guardate con quelle facce schifiate e poi basta che vi piace un RASTONE, x attirare la sua attenzione, siete tutti REGGAE e REGGAETON... U.U , perchè credo proprio che se vi chiedo un cantante REGGAE che non sia Bob Marley, credo che voi nemmeno sapete rispondere... e su questo sono pronta a metterci a rimetteci la testa!
E' pure vero che si cambiare idea sulle cose, cosa giustissima! Ma io ho sempre detto che mi piace la musica a partire dal reggae ad arrivare alla napoletana, a ritornare a Sean Paul, ad andare agli Zero Assoluto, a Max Pezzali , all'House ecc... e ho sempre detto che il metal non mi piace... non riesco ad ascoltarlo è più forte di me... e sono sempre stata sui miei passi... credo che cambiare gusti musicali solo per far colpo su qualche Rastone o su qualche Emo... o quello che sia... non è saper far scorrere davvero la musica nelle tue vene... ma sempliecemente imitare superficialemente la brutta copia di qualcuno... La musica deve saper essere ascoltata... le persone che cambiano genere di musica per far colpo su qualcuno è semplicemente "UNA MINCHIATA DI UOMO" parlando in generale, maschio o femmina che sia! Quindi prima di dire io amo questo io amo quello io sono così io sono collì... cercate di capire quello che schifo volete davvero nella vita, perchè cambiando pensiero, stile e musica ogni cambio di mutanda... fa girare le palle alle persone! Perlomeno... a me sì! U.U

venerdì 19 marzo 2010

Gocce.


Lente, lente cadono le gocce sul mio volto.
Guardo in alto,
vedo assalirmi da gocce il viso.
Non mi riparo,
no non lo cerco,
voglio star qui fuori
a guardare intensamente le gocce cader sul mio viso.
Sulla pelle la sensazione di bagnato non mi piace,
però mi piace sentir il leggero rumore delle goccie
cader suli vestiti.
Gocce gelide,
mi congelano le sensazioni,
le emozioni,
i brividi...
il tempo si ferma
tutto si ferma
vedo attorno a me le gocce immobili nel vuoto,
non capisco,
non riesco,
non posso capire,
forse pazzia,
illusione?
Giochi che la mente mia burlona fa?
Non lo so,
però mi piace,
mi piace,
mi piace sentirmi come sto adesso,
vuota,
libera,
spensierata.
Fastidiose quelle gocce
però mi piace il loro scivolare sulla mia pelle,
mi piace sentirle lasciar un solco su di me.
Son gocce che di vivactà ne hanno tanta...
saranno forse le uniche
a voler vivere
e riuscire a gioire
su questo mondo.

domenica 28 febbraio 2010

Lei sbaglia?

Quanti pensieri che la mente affollano, quante anime buone e cattive passanti sulle sue spalle a suggerirle... non capiscono, la confondono!
Non sa chi parlare, il cuore o la mente... fra i due litiganti il terzo gode, parla il suo io!
Il suo io si sente vuoto, lei vorrebbe chiarire la confusione che non riesce a sfrattare dalla sua mente, come coinquilini che la torturano e l'assillano!
Lei, forse, innamorata di lui... impegnata con l'altro.
Dell'altro la sua mente è innamorata, di lui il suo cuore! Non capisce... non capisce, lo vorrebbe!
Lei, vorrebbe stare con lui... ma lui se ne frega, lei vorrebbe che l'altro capisse e la lasciasse andare da lui, non lo fa!
Lei si sente in colpa, si sente in colpa per volere un'altra persona... si sente peccatrice, lei è peccatrice, lei Pecca!
Getta tutti i torti sulla sua pelle, ha sbagliato per i suoi errori... l'errore di voler qualcuno al suo fianco per forza!
Forse, prima sicura di voler provare ad amare l'altro... pultroppo non può, ama lui!
Lui la cerca, la respienge, la ricerca, e la respinge... non la prende in giro, solo non sa ciò che vuole. Illusione o no, lei spera in lui... e con l'altro? Vorrebbe non giudicare l'altro un errore, ma lo è stato! Non un errore in generale... ma un errore suo!
Vorrebbe spiegare all'altro che ha sbagliato, vorrebbe sputare fuori tutto, magari non mettendo lui, l'altro soffrirebbe molto, forse troppo!
E' vero, lei sa che la sincerità è alla base di tutto, però non vorrebbe far sentire sbagliato l'altro, nulla c'è di sbagliato.
E' lei che sbaglia e pecca, ha scelto, ha scelto male... per egoismo o presunzione? Non lo sa! Sa solo che vorrebbe chiarire la situazione, non ne ha modo, non ci riesce!
Dovrebbe?... per forza. Dovrebbe?... dovrebbe. Dovrebbe?... forse.
L'unico modo per uscirne, il per forza lei deve ascoltare, il guaio sono le parole giuste, come le si trovano? Dove?
Vorrebbe non ferire... lo farà! Vorrebbe non litigare... lo farà. Vorrebbe non essere in torto... lo è!
Quanto vorrebbe non avere il cuore così pazzo e la mente così strana!
Per i suoi mali, pagano gli altri... per il suo mancato tatto e per i suoi mancati sentimenti, muoiono altrui!
Non voleva, non vuole. Lo ammette, per egoismo suo fa star male altri! Se ne rende conto tardi... troppo tardi, quando ormai sa che i pensieri, le sensazioni, i voleri le schiacceranno il cuore!

Certe sere mi viene da pensare che...

Tutte le sere... quando tutti vanno a dormire... mi affaccio alla mia solita finestra; mi vengono in mente tanti di quei pensieri, e l'unica compagna che riesce a farmi compagnia in questi momenti è una bella marlboro rossa che risponde ad ogni mia domanda... solo lei riesce, con quel suo fumo leggiadro e omicida, sa "consolare" quel vuoto che il paese mi trasmette... e che quei pensieri non fanno altro che darmi! So di avere mille interrogativi... domande che non potranno mai avere una risposta ovvia e chiara... ma solamente stupide soluzioni che girandoci intorno per capire, ti fanno confondere più di quanto non lo sei già. Non chiedo molto... non ho mai chiesto molto... solo di sapere, di avere, risposta a ciò che chiedo... però certe volte un bicchierino di vodka ed una bella rossa... sanno placare questo istinto di sapere, sapere sempre di più. E questo bicchierino e questa bella rossa solo quegli amici che ti suggeriscono di "imparare a non farti più neanche i cazzi tuoi...così vivrai 200 anni"... contraddittoria come cosa... è vero... proprio le cose che ti uccidono ti suggeriscono come campare per 200 anni... bè si... loro sono quei finti amici che continui a seguire nonostante già sai che camminando la prima volta con loro, ci camminerai mano nella mano per sempre... ovvero sono proprio una bella marlboro rossa ed una vodka, amici-nemici, che ti ingannano fingendoti di farti sentire bene, a primo impatto, ma che col tempo ti mangiano partendo dall'interno, fino a consumarti anche fuori... però nonostante sappiamo... fingiamo di non sapere, perchè in certi momenti... sono solo loro che riescono a riempire il tuo vuoto... non le lacrime... non le grida... nemmeno quei pugni al muro; solamente loro... loro quegli infami amici-nemici... che omicidi... sanno essere amici peccatori... il serpente tentatore... sanno essere così coinvolgenti da riuscire a tenerci avvinghiati a loro nonostante la nostra "non volontà"!

Immaturità non è...


Voi dite ke piangere è da bambini... scappare è da bambini... emozionarsi è da bambini... ridere a squarcia gola è da bambini... ma secondo me nn è così... piangere è scaricare tutto il dolore, l'odio e il rancore ke si ha dentro... scappare nn è assolutamente una cosa da bambini... è solo voler chiudere tutte le porte a ki nn ti merita, a ki ha d'intento solo farti soffrire... emozionarsi è avere sentimenti è quella cosa ke ti fa sentire strani brividi dentro l'anima... ridere a squarcia gola è cercare di nn soffrire,cercare di vedere le cose belle della vita è cercare di sentirti così vicina alla felicità fino ad avere voglia di toccarla cn un dito x paura di sciuparla! Non dite immaturo a chi si sfoga in un modo o nell'altro per i torti che il mondo regala gratuitamente... ricordate che il mondo vuol farci crescere... grazie ad esso siamo forti...ma non perchè abbiamo combattuto lui ma perchè abbiamo combattuto noi stessi... siamo riusciti ad convinerci che noi siamo più forti, e che nessuno... e dico nessuno mai ci può abbattere... ci rialzeremo sempre... con o senza il bene degli altri... perchè tanto il rancore altrui ci rende più forti...

Coco Chanel:"La felicità non è altro che il profumo del nostro animo."


Gabrielle Bonheur Chanel, meglio conosciuta come Coco Chanel è uno dei miti della Francia moderna, insieme a De Gaulle e a Ricasso, come ebbe a dire di lei André Malraux.E' un mito che ancora resiste perché la ricordiamo come una delle prime donne-manager europee, una donna che, partendo dal nulla, fu abile a 'farsi da sola', a costruire un impero, anche se, chiaramente, ricorse abbondantemente ai suoi mariti e fidanzati per farsi finanziare. In ogni caso, dobbiamo riconoscere a Coco che molte donne nella storia hanno vissuto delle ricchezze dei propri uomini, ma pochissime hanno costruito qualcosa di così importante e duraturo, riuscendo a fare del proprio nome, sconosciuto e plebeo, un punto di riferimento imprescindibile nel campo della moda.Certamente Coco ebbe, sin da giovanissima, grande determinazione nel cercare di rompere con le vecchie regole della moda, per inventare un proprio stile. Cocteau diceva di lei che era 'particolare'. per quel suo lavorare nella moda secondo regole che sembravano poter avere valore solo per i pittori, i musicisti, i poeti. Era di umili origini: nacque il 19 agosto del 1883, nel villaggio francese di Saumur, nella Francia meridionale e all'età di dodici anni perse la madre, fatto dolorosissimo cui seguì a breve l’abbandono del padre. Passò la sua adolescenza in un orfanotrofio e presso alcune zie, che vivevano nella provincia di Auvergne e che le insegnarono a cucire: furono loro a darle il soprannome di Coco, che significa ‘bestiolina' .Cocò cominciò la sua attività nel 1909, cucendo cappelli, e già nel 1914 i suoi guadagni le permisero di aprire due negozi, uno a Parigi ed un altro a Deauville. Nel 1916 aprì un salone di alta moda a Biarritz, che nel 1920 trasferì a Parigi, in una zona frequentata da gente molto abbiente, rue Cambon, dove è ancora il suo atelier.Le sue creazioni di questo periodo erano particolarmente in contrasto con quelle della belle époque, allora in gran voga: i suoi modelli erano minimalisti, informali e mascolini, ad esempio non prevedevano corsetti. Nel 1923 uscì il famoso profumo Chanel No.5, in una tipica bottiglia Art Deco. Fu il primo profumo a portare il nome di uno stilista e divenne in seguito il profumo più famoso del mondo, reso ancor più leggendario negli anni 50-60 da Marilyn Monroe, che dichiarò alla stampa di utilizzarlo come 'pigiama'. Coco divenne ricca e cominciò a frequentare uomini ancor più ricchi di lei. Le piaceva ricevere in dono dei gioielli costosissimi, che poi lei prese a copiare per farne della bigiotteria da abbinare ai suoi modelli. Nei primi anni '30 sposò uno degli uomini più ricchi d'Europa, il Duca di Westminster; ebbe così a dire: "Ci sono state parecchie Duchesse di Westminster, ma c'è una sola Chanel". Nel 1939 fu costretta a chiudere il proprio atelier, quando la Francia dichiarò guerra alla Germania. Nel 1945 se ne andò esule in Svizzera, a causa di una storia d'amore avuta con un ufficiale nazista che le aveva fatto perdere il successo e la simpatia dei francesi.
Di lei ormai si conosceva il suo anti-semitismo e vi erano forti pettegolezzi sulla sua vita privata. Il 1954 vide il suo grandioso ritorno sulle scene della moda mondiale, forse per poter meglio fronteggiare il calo delle vendite dei profumi, forse per il disgusto da lei provato per ciò che vedeva nella moda del momento, o semplicemente per noia, per tornare ad essere una protagonista della vita mondana. Morì il 10 gennaio del 1971, all'età di 87 anni, nei suoi appartamenti personali all'Hotel Ritz di Parigi, mentre stava preparando la collezione di quello stesso anno. Nel 1969 a Broadway fu prodotto un musical, Coco, nel quale lavorava Katharine Hepburn, ispirato alla sua vita. Nel 1978 nella Casa di mode Chanel è stata introdotto il pret-a-porter: oggi il suo impero rende più di centosessanta milioni di dollari all'anno. Si dice che il suo stile nacque dalla mancanza di mezzi economici, che le impediva di comprare i vestiti stile Belle Epoque, in voga durante il periodo della sua giovinezza : fu così che cominciò a cucirseli da sola, usando le giacche sportive e le cravatte che erano, fino a quel momento, l'abbigliamento maschile di tutti i giorni . La sua era una moda che tendeva a nascondere il lusso, piuttosto che ostentarlo, appropriandosi di stili, tessuti e articoli d'abbigliamento che prima di allora erano stati indossati solo dagli uomini: soprattutto si ispirò all'abbigliamento sportivo, che le donne non conoscevano ancora. "Come fa un cervello a funzionare sotto a certe cose?" diceva Coco, alludendo alla moda femminile del tempo, specialmente ai corsetti. Il suo stile inconfondibile era dunque un mix di stile maschile e femminile, arricchito di gioielli. Fu uno stile che, ai suoi tempi, contribuì notevolmente alla liberazione della donna, soprattutto per gli stili “garçon” e “soup kitchen”, un look androgino che andò molto di moda negli anni venti. I suoi primi capi includevano lana jersey, che era comoda e pratica, ma non veniva considerata elegante, il 'vestitino nero', lo stile unisex e la moda per lo sport. Gli accessori prevedevano perle e catene d’oro, gioielli veri accanto a bigiotteria di qualità, borsette imbottite con catene dorate che si indossavano sulle spalle, scarpe con due tonalità e gardenie. Coco diceva sempre che lei disegnava solo ciò che le sarebbe piaciuto indossare: se poi piaceva anche agli altri la cosa non poteva che farle piacere. Ancor oggi lo stile Chanel è quello della donna elegante, cui piace indossare abiti pratici e sportivi.

Marylin Monroe:"L'imperfezione è la bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi!"


Nacque con il nome di Norma Jeane Mortenson, e fu battezzata Norma Jeane Baker nel reparto dell'ospedale della contea di Los Angeles California, riservato agli indigenti. La madre era Gladys Pearl Monroe. I biografi concordano che l'uomo indicato come il padre nel certificato di nascita, Martin Edward Mortenson, il secondo marito di Gladys, non fosse in realtà il suo vero padre. La sua paternità non è mai stata definita in modo chiaro. Sembra più probabile che il padre fosse Charles Stanley Gifford, un impiegato delle vendite dello studio cinematografico dove la madre lavorava al montaggio. Il divorziato Gifford non volle legami e lasciò Gladys non appena lei lo informò della sua gravidanza.
Gladys era la figlia di Otis Elmer Monroe (1865-1909) e Della Hogan (1876-1927). Dapprima sposò John Newton Baker, che rapì i loro due figli, Robert Jasper "Jackie" Baker (16 gennaio 1918-16 agosto, 1933) e Berniece Inez Gladys Baker (nata il 30 luglio 1919), quando la coppia si separò. In seguito sposò Mortenson, ma i due si separarono prima che Gladys rimanesse incinta di Norma Jeane.
Non riuscendo a persuadere la madre Della ad occuparsi della bambina, Gladys si risolse ad affidare Norma Jeane a Wayne e Ida Bolender, a Hawthorne, una località a sud-ovest di Los Angeles. Norma Jeane visse con loro fino all'età di sette anni. I Bolender erano una coppia religiosa ed integravano le loro magre entrate prendendo bambini in affido. Nella sua autobiografia, My Story, scritta con Ben Hecht, Marilyn disse che era convinta che loro fossero i suoi genitori finché Ida, piuttosto brutalmente, non la corresse. Dopo la sua morte Ida disse che rimasero sempre in contatto e che aveva avuto la seria intenzione di adottarla, cosa che non poté fare per il mancato consenso di Gladys.
Gladys veniva in visita ogni sabato, ma non abbracciò né baciò mai Norma Jeane, nemmeno mai le sorrise. Un giorno Gladys le disse di aver comprato una casa per loro due. Qualche mese dopo il trasloco Gladys soffrì di un esaurimento nervoso. Marilyn ricordò la madre "urlare e ridere" mentre veniva portata di forza all'ospedale psichiatrico statale di Norwalk. Tra il mobilio della casa dove Norma Jeane e sua madre vissero insieme, se pur per breve tempo, c'era un pianoforte bianco. Una volta divenuta famosa, Marilyn assunse un investigatore privato per ritrovare quel pianoforte, e da allora non se ne separò mai più. "I momenti più felici della mia infanzia furono intorno a quel pianoforte," disse. Nel 2000, molti beni di Marilyn furono messi all'asta da Christie's e quel pianoforte bianco fu comprato dalla cantante Mariah Carey.
Norma Jeane fu presa in custodia dalle autorità statali. La migliore amica di Gladys, Grace McKee, poi Goddard, divenne la sua tutrice. Dopo il matrimonio di Grace con il signor Goddard, il 4 aprile 1935[3], Norma Jeane fu mandata prima all'orfanotrofio di Los Angeles, dove rimase fino al 1938, e poi affidata a ben dodici diverse famiglie, dove subì violenze e trascuratezza. Quindi, nel settembre del 1941, Grace McKee Goddard la riprese con sé. Norma Jeane conobbe il figlio di un vicino, James Dougherty, che divenne poi il suo primo marito a 16 anni. Il matrimonio avvenne il 19 giugno 1942, per poi cessare con il divorzio il 13 settembre 1946. I Goddard stavano per trasferirsi sulla costa orientale degli Stati Uniti e ritennero che il matrimonio fosse una buona cosa per l'ormai teenager Norma Jeane. Era una ragazza con poca stima di sé, ma anche con un lato aggressivo ed opportunistico. Era molto più intelligente ed infelice di quanto possa far pensare l'immagine che il cinema diede poi di lei.
Nel 1945 Norma Jeane lavorò come operaia, spruzzando vernice sulle fusoliere degli aerei. Nel suo stesso reparto lavorava Robert Mitchum, con cui si ritroverà otto anni dopo nella "Magnifica Preda". Un giorno un fotografo, David Conover andò allo stabilimento militare per fotografare "ragazze che tenessero su il morale delle truppe al fronte". Poi le foto arrivarono sul tavolo di Emmelyn Snively, direttrice della più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood. Norma Jeane firmò il contratto il 23 luglio 1946. Una di queste foto, secondo la leggenda, creò un certo turbamento nel grande produttore cinematografico Howard Hughes. L'agente di Norma Jeane sfruttò la voce e le fece ottenere il suo primo contratto cinematografico con la 20th Century Fox della durata di sei mesi per un compenso pari a 75 dollari. Era il 26 agosto 1946.
In My Story racconta come venne scelto il suo nome d'arte. Quando Norma Jeane disse a Grace che un impiegato della Fox aveva suggerito "Marilyn", Grace rispose che stava bene con il nome da nubile di sua madre, Monroe, poi le disse che conservava documenti in grado di provare che Gladys fosse una diretta discendente del presidente James Monroe. Quei documenti non sono mai venuti alla luce. Il nonno materno di Marilyn, Otis Monroe, era figlio di Jacob Monroe (1831-1872), pertanto una tale ascendenza è piuttosto improbabile.
Gli anni seguenti furono difficili. La madre Gladys, durante il suo ricovero all'ospedale psichiatrico, sposò il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. I biografi raccontano che Marilyn frequentava il "giro delle feste" quando il 31 dicembre 1948 incontrò Johnny Hyde, un associato dell'agenzia William Morris, ad una festa data dal produttore Sam Spiegel. Anche Hyde, come Grace Goddard, credeva che Marilyn fosse destinata a diventare una grande stella ma, a differenza di Grace, aveva i mezzi per aiutarla in questo senso. Hyde aveva già scoperto Lana Turner ed annoverava Rita Hayworth tra le sue clienti. Benché sposato e vecchio a sufficienza per essere suo padre, Hyde si innamorò follemente di lei. Con la sua insistenza, la fece inserire nei cast di Giungla d'asfalto e Eva contro Eva.
Posò nuda per un fotografo, Tom Kelley, il 27 maggio 1949 e venne pagata 50 dollari. Nel calendario sexy Miss Golden Dreams la fotografia venne riprodotta senza citare il suo nome. Nel 1952 un ricattatore minacciò di rendere il fatto di pubblico dominio, ma lei gli rovinò i piani annunciandolo lei stessa. Quando i reporter le chiesero perché l'avesse fatto, lei fece spallucce e disse "avevo fame". Hugh Hefner comprò il diritto di usare quella fotografia per il primo numero della sua nuova rivista, Playboy.
Hyde invecchiando le chiese ripetutamente di sposarlo, assicurandole che sarebbe stata una vedova ricca. Ma lei rifiutò. Gli voleva bene, spiegò in My Story, ma non lo amava. Secondo la biografia di Donald Spoto, Marilyn rinnovò il contratto con il produttore Joseph Schenk, ignorando Hyde per settimane. Ma quando Hyde ebbe un attacco di cuore fatale a Palm Springs il 18 dicembre 1950, Marilyn si incolpò della sua morte. Fu cacciata dalla sua casa dalla moglie e il giorno successivo al suo funerale tentò il suicidio. Subito prima di morire Hyde le aveva garantito il futuro professionale procurandole un contratto settennale alla Fox col compenso di 750 dollari alla settimana. A partire dal gennaio 1951 girò una serie di film in parti secondarie sempre più consistenti, il migliore dei quali lo realizzò quando fu data in prestito alla RKO, lo studio in cui la madre lavorava come montatrice negli anni venti.
Verso la fine del 1951, la Fox fu convinta del suo potenziale e le diede un buon lancio pubblicitario. Nell'aprile del 1952 apparve per la prima di numerose volte sulla copertina del prestigioso e popolarissimo settimanale Life. Entro il 1953 diventò la più grande star del mondo, ma era stanca dei ruoli di oca bionda che Darryl F. Zanuck le affidava. Ruppe il suo contratto e si trasferì a New York per studiare all'Actor's Studio; creò una sua società di produzione con il fotografo Milton H. Greene. Questi cambiamenti le valsero il dileggio dell'industria del cinema. Tuttavia, quando Jayne Mansfield e Sheree North non raccolsero i successi di pubblico attesi, Zanuck si arrese. Il nuovo contratto che Marilyn stipulò le lasciava maggior margine creativo, il diritto di approvazione del regista e la possibilità di fare un film all'anno con case di produzione diverse dalla Fox. Il primo lavoro di questo nuovo periodo fu Fermata d'autobus (Bus stop). In quegli anni recitò, tra gli altri, con Cary Grant, Clark Gable, Laurence Olivier, Joseph Cotten, Richard Widmark, Jane Russell, Lauren Bacall, Ethel Merman, Charles Laughton, Tony Curtis, Jack Lemmon e Yves Montand, col quale ebbe una breve relazione durante le riprese di Facciamo l'amore (Let's make love).
Sposò James Dougherty il 19 giugno 1942. Grace, traslocando col marito, volle che Norma Jeane si sposasse in modo da non dover tornare in orfanotrofio. Nei libri The Secret Happiness of Marilyn Monroe e To Norma Jeane With Love, Jimmie Dougherty afferma che erano innamorati e che avrebbero vissuto felici se i sogni di successo non l'avessero allontanata da lui. Al contrario, la Monroe ha sempre affermato che fosse un matrimonio di convenienza organizzato da Grace, che pagava Dougherty perché le desse appuntamento. Divorziarono nel 1946.
Nel 1951 Joe Di Maggio vide una fotografia di Marilyn con due giocatori dei Chicago White Sox, ma aspettò fino al suo ritiro per chiedere di organizzare un appuntamento con lei. Lei non volle incontrarlo, temendo che si rivelasse un tipo abbastanza convenzionale. Il 14 gennaio 1954, la loro fuga al municipio di San Francisco fu il culmine di due anni di corteggiamenti che, tramite i rotocalchi, avevano tenuto in sospeso l'intera nazione.
La loro unione fu difficile, a causa delle loro personalità in conflitto. La gelosia di Di Maggio, figlio di immigrati siciliani, mal si conciliava con la vita mondana della Monroe. Richard Ben Cramer, il biografo di Di Maggio, afferma inoltre che lui era violento. Si racconta che scoppiò una lite dopo la celeberrima scena della gonna alzata dall'aria della metropolitana in Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch), filmata in Lexington Avenue a New York davanti a centinaia di fans. Il regista Billy Wilder ricordò l'espressione di rabbia sul volto di Di Maggio mentre assisteva alla scena.
Quando Marilyn annunciò il suo divorzio, adducendo la causa della crudeltà mentale, i giornali riportarono una sua dichiarazione alla 20th Century Fox in cui diceva che "le nostre carriere sembrano ostacolarsi l'un l'altra".
Successivamente sposò il celebre commediografo ebreo-americano Arthur Miller con cerimonia civile il 29 giugno 1956 e con cerimonia ebraica due giorni dopo. Tornati dall'Inghilterra, dopo aver completato Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl), scoprirono che lei era incinta. Sfortunatamente lei soffriva di endometriosi, la gravidanza era a rischio e lei la interruppe per non rischiare la propria vita. Una seconda gravidanza si concluse con un aborto spontaneo.
Nel 1958 la Monroe manteneva entrambi, oltre a pagare gli alimenti all'ex moglie di Miller. Lui si comprò una Jaguar mentre erano in Inghilterra, la spedì negli Stati Uniti ed addebitò il tutto alla casa di produzione della moglie..
La sua sceneggiatura Gli spostati (The misfits) voleva essere un regalo di San Valentino per lei, ma, quando le riprese ebbero inizio, il matrimonio era già naufragato. Il comportamento di Marilyn, sul set e nella vita domestica - a causa del largo consumo di droghe e alcol da parte dell'attrice - era piuttosto instabile: lei era particolarmente insofferente verso il marito, e fra i due si stabilì progressivamente una diversità di vedute inconciliabile. Marilyn ottenne il divorzio da Miller a Ciudad Juarez in Messico il 24 gennaio 1961.
Nel documentario del 2003 Marilyn's Men, ritirato dalla polizia di Los Angeles, Dougherty afferma di essere stato il creatore di Marilyn Monroe. Nessun biografo ha tuttavia trovato prove né di questa affermazione, né del presunto obbligo a divorziare da lui che la Fox avrebbe imposto a Marilyn, nonostante il quale sarebbero rimasti amici fino alla sua morte. Il fatto che nel 1953 la Monroe reagì furiosamente alle dichiarazioni di Dougherty alla rivista Photoplay in cui lui dichiarò che lei l'amava sembrano smentire completamente queste affermazioni. Dougherty, che vestì in seguito la divisa da poliziotto, ha vissuto nel Maine con la sua terza moglie fino alla sua morte nel 2003, sopravvivendo, quindi, di oltre quattro decenni alla Monroe. Di Maggio ritornò nella vita di Marilyn mentre il suo matrimonio con Miller stava finendo. Il 7 febbraio 1961 Marilyn, ormai dipendente da psicofarmaci ed alcol e sempre più preda di turbe psichiche, che la facevano passare rapidamente dall'euforia alla più nera disperazione, scelse un volontario ricovero in una clinica psichiatrica, in un reparto per casi di una certa gravità. Quando la permanenza nella casa di cura divenne per l'infelice attrice una vera e propria detenzione, l'ex campione di baseball riuscì a farla uscire e a trasferirla in un'altra clinica. Dopo che fu dimessa, raggiunse Di Maggio in Florida, dove lui era impegnato come allenatore della sua vecchia squadra, i New York Yankees. Il loro dichiararsi "solo amici" non impedì che sulla stampa scandalistica circolasse la voce di un secondo matrimonio. Persino Bob Hope dedicò loro la sua canzone "The Second Time Around", nominata come miglior canzone per un Oscar nel 1960. Secondo il biografo di Di Maggio, Maury Allen, lui lasciò un lavoro da 100.000 dollari l'anno nelle forniture militari per tornare in California e chiedere a Marilyn di risposarlo.
Il 17 febbraio 1962 Miller sposò Inge Morath, fotografa della nota agenzia Magnum, che aveva, fra l'altro, documentato con straordinarie immagini in Nevada le riprese de Gli spostati. Nel gennaio 1964 debuttò in teatro il suo lavoro After the Fall, in cui compariva una bella ma tremenda bisbetica dal viso di bambina chiamata Maggie. Il personaggio, fragile psicologicamente, fece arrabbiare tutti gli amici della Monroe, che vi videro una bieca speculazione della triste condizione dell'attrice nei suoi ultimi anni di vita. Il suo più recente lavoro in scena a Broadway, Finishing the Picture, è basato sulla realizzazione de Gli spostati. Miller è morto il 10 febbraio 2005 nella sua fattoria di Roxbury in Connecticut, la stessa che aveva acquistato con la Monroe ai tempi del suo matrimonio, e che l'attrice scelse di lasciargli quando divorziarono. Marilyn Monroe è stata trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, in California, all'età di trentasei anni a causa di un'overdose di barbiturici. L'allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy aveva di recente interrotto l'amicizia con l'attrice. Tuttavia questo non sembra essere un motivo sufficiente, dato che altre ammiratrici attribuite a Kennedy (tra queste, Judith Campbell Exner, che segretamente faceva anche da tramite tra il presidente ed il gangster Sam Giancana) gli sono sopravvissute.
Il cadavere di Marilyn fu scoperto dalla signora Eunice Murray, un'infermiera assegnata a Marilyn dal suo psichiatra, il Dr. Ralph Greenson. C'è chi ritiene che, la notte della sua morte trascorsero cinque ore dal momento del decesso a quando furono avvisate le autorità. Durante quelle ore Marilyn sarebbe stata portata all'ospedale St. John di Santa Monica, ma l'ospedale rifiutò di accettare il caso, per l'eccessiva notorietà della vittima. Questa incerta ricostruzione, unita all'arrivo della polizia solo in piena notte, ha lasciato aperto negli anni uno strascico di speculazioni secondo cui la Murray potesse aver saputo più di quanto abbia poi raccontato.
È da notare che qualche giorno dopo la morte della Monroe, la Murray tentò di incassare un assegno da ventimila dollari datole dalla stessa Marilyn. La City National Bank di Beverly Hills rifiutò di pagare la Murray, dato che la notizia della morte della Monroe era da giorni di pubblico dominio. Inoltre la Murray, una vedova dai mezzi piuttosto modesti, partì due mesi dopo per una crociera in Europa a bordo della RMS Queen Mary. La Murray mantenne negli anni l'amicizia con l'agente di Marilyn, Pat Newcomb. Successivamente, la Murray (con la scrittrice Rose Shade) diede la sua versione del decesso di Marilyn nel libro Marilyn, The Last Months, pubblicato nel 1970.
Un'indagine formale nel 1982 del procuratore generale della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto, ma le storie persistono. Il Dr. Thomas Noguchi, che seguì l'autopsia (oltre alla sua, anche quelle di altri personaggi celebri, tra cui Robert Kennedy, Natalie Wood e William Holden) scrisse nel suo libro Coroner che la morte di Marilyn era con alta probabilità un suicidio.
Di Maggio si occupò dei funerali. Secondo quanto riferì la sorellastra di Marilyn, Berniece Baker Miracle, che prese un aereo per la West Coast non appena ricevette la notizia, Di Maggio volle prendersi cura di tutte le pratiche e lei acconsentì. Per vent'anni, Di Maggio fece recapitare sulla tomba di Marilyn una dozzina di rose rosse tre volte alla settimana. A differenza degli altri uomini che la conobbero intimamente (o dissero di averla conosciuta), non parlò mai pubblicamente di lei e non scrisse mai un libro sulla loro relazione.
Marilyn è sepolta in un loculo al Westwood Village Memorial Park Cemetery. Aveva fatto seppellire lì anche Grace Goddard perché vi era sepolta anche la zia di Grace -che si prese cura di Norma Jeane per un breve periodo. Quando la sua carriera stava decollando, Marilyn chiese al suo truccatore personale, Whitey Snyder, di prometterle che alla sua morte si sarebbe occupato del trucco. Snyder rispose scherzando che l'avrebbe fatto se il suo corpo gli fosse portato ancora caldo. Alcuni giorni dopo, ricevette dei soldi e una nota: "Caro Whitey, mentre sono ancora calda, Marilyn". Mantenne la sua promessa con l'aiuto di una bottiglia di whisky.
In uno dei periodi in cui Gladys non era in un ospedale psichiatrico, sposò quello che sarebbe stato il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. Nel frattempo le era stata diagnosticata una forma di schizofrenia. Uscì definitivamente dalla casa di cura nei primi anni settanta e si trasferì in Florida, dove sua figlia, Berniece, la venne a prendere all'aeroporto. Morì di insufficienza cardiaca congestizia l'11 marzo del 1984, presso una casa di riposo. Ossessionata dalle credenze dei Cristiani Scientisti, si rifiutava di parlare di Norma Jeane o Marilyn Monroe, forse per incapacità di ricordare il passato. A quanto pare, una donna che era stata così affascinata dalle stelle del cinema da dare a sua figlia il nome di un'attrice, Norma Talmadge, non seppe mai di aver avuto come figlia una delle donne più famose della storia.
A distanza di anni vi sono ancora parecchi lati oscuri circa la ricostruzione della morte dell'attrice. L'insolito essersi chiusa a chiave nella camera, la scomparsa delle fotografie dell'inchiesta e dei tabulati telefonici, il ritardo dei soccorsi. Anche il mistero che avvolge la sua prematura morte ha contribuito alla costruzione del suo mito.

Falco a metà.


Sono seduto su un grattacielo
vedo gli aerei passare
poi guardo giù voglio saltare
voglio imparare a volare

e allora volo via
siamo in viaggio io e la mente mia
guardami ho già spiccato il volo
ed ora sono proprio sopra a casa tua
il falco va
senza catene
fugge gli sguardi sa che conviene
e indifferente sorvola già
tutte le accuse
boschi e città
Io che sono falco
falco a metà

son di nuovo sul grattacielo
ed ho imparato a volare
se guardo giù quello che vedo
ora è la gente passare
e chissà se questo
è il segreto per vivere con me
seduto su un grattacielo devo stare
in alto come un falco
per non farmi catturare

Ma il falco va
senza catene
fugge agli sguardi sa che conviene
e indifferente sorvola già
tutte le accuse
boschi e città

And so my friends
libera le ali ogni anima le ha
rubale alla libertà
il falco va
senza catene
fugge agli sguardi sa che conviene
e indifferente
sorvola già tutte le accuse
boschi e città
io che son falco
falco a metà.


(Gianluca Grignani)

Cos'è la pazzia... cos'è?

Le nostre menti... normali o perverse... esprimono un qualcosa di poco reale, forse!
Menti popolate da un "non so chi" che ci inietta vitalità malata...
Una vitalità davvero definibile malata!? o forse è normale!? E qui sorge una spontanea domanda... possiamo definire davvero la normalità una cosa normale??? Mmmh... che domande! Se tutte le nostre domande... se tutti i nostri discorsi... se tutti i nostri ragionamenti più nascosti della nostra mente fuoriuscissero per essere posti davanti uno psicologo o psichiatra... credo che più che curare, si ammalerebbero anche loro!
Davvero chiamarla malattia!? I nostri pensieri più macabri... o più sprizzanti di gioia... sono davvero una malattia?! possono essere davvero chiamati così? Non lo so... non lo so... non lo so, sinceramente!?... Non lo so!
Sarà che forse questa malattia-normalità può essere... la pazzia!?
Addiittura alla pazzia siamo andati a sbattere?... Forse lo è... ma in un mondo che tutti vuole e niente ci da... in qualche modo ci dobbiamo consolare... orammai su questo mondo la "normalità" è alimentata dalla pazzia... se la pazzia non c'è... non esiste nemmeno la normalità...

sabato 27 febbraio 2010


*Non scrivete subito poesie d'amore eh, che sono le più difficili, aspettate fino almeno un'ottantita d'anni eh! Scrivetele su un'altro argomento... che ne so... il mare, il vento, un termosifone... un tram in ritardo, ecco... non esiste qualcosa più poetica di un'altra!

*La poesia non è fuori, è DENTRO!!!

*Cos'è la poesia, non chiedermelo più... guardati nello specchio LA POESIA SEI TU!

*Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici... per trasmettere dolore, bisogna essere felici!

*Se non avete i mezzi... non preoccupatevi... tanto per far poesia una cosa sola è necessaria... TUTTO!

*E non cercate le novità... le novità sono le cose più vecchie che ci sia! E se il verso non vi viene da questa posizione... da questa... da così, bè buttatevi in terra, mettetevi così... oooooh... è da distesi che si vede il cielo, guarda che bellezza!

*Innamoratevi... se non vi innamorate tutto è morto, cupo! Vi dovete innamorare... diventatutto vivo, si muove tutto sperperate la gioia, sperperate l'allegria, non siate tristi a teciturni con l'esuberanza... fte soffiare in faccia alla gente la felicità... Innamoratevi... questa è la bellezza, come quei versi là, che voglio che rimangano scritti lì per sempre........ forza cancellate tutto! XD

(Roberto Benigni)

Credete che sia possibile!?


Credete che sia vivere in un posto fantastico? Un posto dove non si soffre... non si piange... non ci si arrabia... un posto dove si ride sempre, dove la spensieratezza ti assale e la felicità ti travolge... un posto dove l'unica regola da rispettare è: "RIDERE... RIDERE... RIDERE... RIDERE FINO A RIMANERE SENZA FIATO!"
Credete sia mai possibile?! Credete sia possibile allotanarsi da questo mondo che l'unica cosa che conosce davvero è l'orrore e l'odio?! Un mondo che non merita rispetto ormai... un mondo che va sbriciolandosi... un mondo che ormai non è più possibile salvare!
Voglio fuggire... fuggire... fuggire, fuggire via lontano... magari in un posto dove ti trasporta la fantasia, l'incanto e la felicità! Un luogo dove non si deve più sognare... un luogo dove puoi vivere i tuoi sogni... un luogo che te li fa vivere DAVVERO!!! Credete che sia possibile!?

Le Favole... ebbene sì... ci hanno fatto SOGNARE! ♥

Da piccoli quanto abbiamo sognato??... Tanto! Perchè abbiamo sognato??... Per crescere! Chi ci hanno fatto sognare?? Le Favole♥ ...
Bè si è vero... adesso mandiamo maledizioni alla Disney dicendole che poteva risparmiarci l'illusione... XD però dai... in fondo il nostro pensiero d'amore... di amicizia... sono cresciuti bene grazie anche un pò alle Favole♥!
Non so voi... ma a me fanno sognare tutt'ora!!! Ebbene sì, lo ammetto, ancora alla mia età vado a guardarmi i cartoni animati della Disney... massì, perchè riescono a farmi battere il cuore e farmi provare belle emozioni (:
peccato che se ci voltiamo verso un mondo... un mondo vero... il nostro mondo reale, capiamo che è tutta finzione, capiamo che ciò che una volta ci faceva sempre sognare è andato a puttane, capiamo che per riuscire a sognare in questo mondo l'unico modo è mettere una "videocassetta" nel "registratore" e cliccare play... immedesimarci nella Favole♥ e capire che l'unico modo per sognare è quello, solo quello!
Dai, diciamocelo... a chi non ha fatto sognare Cenerentola?!? Bellissima bambina... sfortunatamente abbandonata dalla madre, vive con il padre... che orammai vedovo si sposa con una donna, che diverrà la sua matrigna, gelosa della bellezza e della bontà della bambina decide di farle fare i lavori di casa d'accordo con le due sorellastre, brutte più della fame (Anastasia e Genoveffa, il nome è tutto un dire!).E i topini?!?!?... eeeh.. come non parlar dei topini... che bellini!!! Le stavano sempre accanto e la difendevano...! Una volta arrivato il ballo per far sì che il principe scegliesse la sua sposa, dopo tanti ostacoli e con l'aiuto della fata madrina che le fa un abito a dir poco stupendo...Cenerentola riesce ad andare, a ballare con il principe e vivere per sempre felici e contenti!
E Cenerentola è una delle tante e tante e tante Favole♥ che mi hanno fatto sognare davvero nell'eterno amore!!! Bè ovviamente... solo sognare! Ma è sognando che si fanno i viaggi più belli... :)♥

giovedì 25 febbraio 2010

Ed eccOmi...


Ed eccomi... cercando di creare un blog che possa piacervi... un blog dove lo sfogo prende vita... un blog dove i colori della nostra vita spruzzano fuori dal tubetto e cercano di dar forma ad una specie di capolavoro!
Cosa posso mai dire in questo blog!?... cosa possiamo dire!!! Bé tutto... tutto ciò che sà di surreale e perfetto... tutto ciò che il cuore ci comanda... tutto ciò che l'anima ci detta... noi dobbiamo prendere carta e penna, o schermo e tastiera XD, e scrivere ciò che fuori esce... e condividere il tutto con i pensieri e le ragioni di migliaia e migliaia di teste!
Così ho pensato... e così sto cercando di fare... cerco di coinvolgere e di piacere alla gente che entra... cerco di buttare fuori tutte le idee... più belle... più folli... più brutte e squallide che la mia mente possa mai fruttare! XD
Io non prometto qualcosa che non ho o non posso fare... non mi fingo chi non sono perché sarei una brutta copia di me stessa... anche se so che molta gente crede che per vivere quieti bisogna immedesimarsi nella finzione! Non posso solo giurare che sarò ogni giorno scherzosa... divertente, sarò anch'io qualche volta immersa in giorni bui e tristi... ma passeranno... non può mica piovere per sempre no!? X3
Come dice Max Pezzali "Nella buona sorte e nelle avversità... nelle gioie e nelle difficoltà... se tu ci sarai... IO CI SARO'!" ebbene sì... ci sarò... :)
Spesso scambiamo la vita come una favola o una fiaba... solo che la vita diciamo non è proprio così... gli ostacoli... le corse... i salti... dobbiamo superarli per andare avanti e crescere... solo così si diventa persone con un cuore con una testa e soprattuto con un'anima!
Però io prometto che mi impegnerò... però "se il mondo col suo delirio riuscirà ad entrare e far danni ti prego dimmi che combatterai insieme a me!" XD
In questo mio blog vi dico già da adesso che siamo all'inizio che io di risposte non ne ho... mai avute e mai ne avrò... di domande però ne ho quante ne volete!
Ho sempre pensato che non era cosa per me avere un blog tutto mio... non perché non ne sono capace... ma perché sono una menefreghista... XD però poi... pensandoci e ripesandoci ho detto... ma sì, perché no!? ed ho provato, sai perché??? Bé è molto facile... su questa faccia di terra sono presente... ed il mondo deve sapere che ci sono anch'io!!! XD