domenica 28 febbraio 2010

Coco Chanel:"La felicità non è altro che il profumo del nostro animo."


Gabrielle Bonheur Chanel, meglio conosciuta come Coco Chanel è uno dei miti della Francia moderna, insieme a De Gaulle e a Ricasso, come ebbe a dire di lei André Malraux.E' un mito che ancora resiste perché la ricordiamo come una delle prime donne-manager europee, una donna che, partendo dal nulla, fu abile a 'farsi da sola', a costruire un impero, anche se, chiaramente, ricorse abbondantemente ai suoi mariti e fidanzati per farsi finanziare. In ogni caso, dobbiamo riconoscere a Coco che molte donne nella storia hanno vissuto delle ricchezze dei propri uomini, ma pochissime hanno costruito qualcosa di così importante e duraturo, riuscendo a fare del proprio nome, sconosciuto e plebeo, un punto di riferimento imprescindibile nel campo della moda.Certamente Coco ebbe, sin da giovanissima, grande determinazione nel cercare di rompere con le vecchie regole della moda, per inventare un proprio stile. Cocteau diceva di lei che era 'particolare'. per quel suo lavorare nella moda secondo regole che sembravano poter avere valore solo per i pittori, i musicisti, i poeti. Era di umili origini: nacque il 19 agosto del 1883, nel villaggio francese di Saumur, nella Francia meridionale e all'età di dodici anni perse la madre, fatto dolorosissimo cui seguì a breve l’abbandono del padre. Passò la sua adolescenza in un orfanotrofio e presso alcune zie, che vivevano nella provincia di Auvergne e che le insegnarono a cucire: furono loro a darle il soprannome di Coco, che significa ‘bestiolina' .Cocò cominciò la sua attività nel 1909, cucendo cappelli, e già nel 1914 i suoi guadagni le permisero di aprire due negozi, uno a Parigi ed un altro a Deauville. Nel 1916 aprì un salone di alta moda a Biarritz, che nel 1920 trasferì a Parigi, in una zona frequentata da gente molto abbiente, rue Cambon, dove è ancora il suo atelier.Le sue creazioni di questo periodo erano particolarmente in contrasto con quelle della belle époque, allora in gran voga: i suoi modelli erano minimalisti, informali e mascolini, ad esempio non prevedevano corsetti. Nel 1923 uscì il famoso profumo Chanel No.5, in una tipica bottiglia Art Deco. Fu il primo profumo a portare il nome di uno stilista e divenne in seguito il profumo più famoso del mondo, reso ancor più leggendario negli anni 50-60 da Marilyn Monroe, che dichiarò alla stampa di utilizzarlo come 'pigiama'. Coco divenne ricca e cominciò a frequentare uomini ancor più ricchi di lei. Le piaceva ricevere in dono dei gioielli costosissimi, che poi lei prese a copiare per farne della bigiotteria da abbinare ai suoi modelli. Nei primi anni '30 sposò uno degli uomini più ricchi d'Europa, il Duca di Westminster; ebbe così a dire: "Ci sono state parecchie Duchesse di Westminster, ma c'è una sola Chanel". Nel 1939 fu costretta a chiudere il proprio atelier, quando la Francia dichiarò guerra alla Germania. Nel 1945 se ne andò esule in Svizzera, a causa di una storia d'amore avuta con un ufficiale nazista che le aveva fatto perdere il successo e la simpatia dei francesi.
Di lei ormai si conosceva il suo anti-semitismo e vi erano forti pettegolezzi sulla sua vita privata. Il 1954 vide il suo grandioso ritorno sulle scene della moda mondiale, forse per poter meglio fronteggiare il calo delle vendite dei profumi, forse per il disgusto da lei provato per ciò che vedeva nella moda del momento, o semplicemente per noia, per tornare ad essere una protagonista della vita mondana. Morì il 10 gennaio del 1971, all'età di 87 anni, nei suoi appartamenti personali all'Hotel Ritz di Parigi, mentre stava preparando la collezione di quello stesso anno. Nel 1969 a Broadway fu prodotto un musical, Coco, nel quale lavorava Katharine Hepburn, ispirato alla sua vita. Nel 1978 nella Casa di mode Chanel è stata introdotto il pret-a-porter: oggi il suo impero rende più di centosessanta milioni di dollari all'anno. Si dice che il suo stile nacque dalla mancanza di mezzi economici, che le impediva di comprare i vestiti stile Belle Epoque, in voga durante il periodo della sua giovinezza : fu così che cominciò a cucirseli da sola, usando le giacche sportive e le cravatte che erano, fino a quel momento, l'abbigliamento maschile di tutti i giorni . La sua era una moda che tendeva a nascondere il lusso, piuttosto che ostentarlo, appropriandosi di stili, tessuti e articoli d'abbigliamento che prima di allora erano stati indossati solo dagli uomini: soprattutto si ispirò all'abbigliamento sportivo, che le donne non conoscevano ancora. "Come fa un cervello a funzionare sotto a certe cose?" diceva Coco, alludendo alla moda femminile del tempo, specialmente ai corsetti. Il suo stile inconfondibile era dunque un mix di stile maschile e femminile, arricchito di gioielli. Fu uno stile che, ai suoi tempi, contribuì notevolmente alla liberazione della donna, soprattutto per gli stili “garçon” e “soup kitchen”, un look androgino che andò molto di moda negli anni venti. I suoi primi capi includevano lana jersey, che era comoda e pratica, ma non veniva considerata elegante, il 'vestitino nero', lo stile unisex e la moda per lo sport. Gli accessori prevedevano perle e catene d’oro, gioielli veri accanto a bigiotteria di qualità, borsette imbottite con catene dorate che si indossavano sulle spalle, scarpe con due tonalità e gardenie. Coco diceva sempre che lei disegnava solo ciò che le sarebbe piaciuto indossare: se poi piaceva anche agli altri la cosa non poteva che farle piacere. Ancor oggi lo stile Chanel è quello della donna elegante, cui piace indossare abiti pratici e sportivi.

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